Festival “Il Federiciano”: taccuino di viaggio di un poeta – 29 Agosto

Attraverso queste pagine, in forma di diario, vorrei condividere la mia personale vicenda in una terra bellissima, che mi ha conquistata, e che ho potuto conoscere solo grazie al Festival Poetico “Il Federiciano” , giunto alla VI edizione, ideato dall’editore e poeta Giuseppe Aletti. Un grazie a tutti coloro che hanno reso possibile ciò, offrendo ricca e preziosa testimonianza di un meridione fervido, pieno d’anima e di poetici (dalla radice greca del verbo “poièo“, “Io creo”)  sogni.

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26 Agosto 2014

27 agosto 2014

28 Agosto 2014

 

29 Agosto 2014

Giornata faticosa stamane: cambio residenza. Saluto affettuosamente Magda e Lorenzo – trovare un bed and breakfast all’altezza del loro è  difficile, mi ripeto.  Non ho tempo però per le malinconie: mi attende la navetta – o meglio, sono io a doverla attendere – per scendere in paese e trasferirmi a pochi passi dal mare. Dopo un brunch a “Il Coccodrillo”, uno dei pub più in voga della zona, dove si trovano cornetti caldi all night long ed è possibile fare colazione con panino ed hamburger – per questo l’ ho amato – raggiungo la struttura che dovrà accogliermi: “Holiday Village”. Mi reco nella sede centrale e gentilmente mi accompagnano – bagagli compresi – presso la mia nuova sistemazione: un miniappartamento in un villaggio a pochi passi dal mare. Delizioso.

Soddisfatta per il buon esito del mio trasferimento, cerco il primo supermercato utile e bighellono per le vie della Marina. In serata, mi appresto a salire di nuovo al borgo, dove si terrà la “Festa della Poesia”.

Non manca proprio nulla: musica pop, musica rock, musica classica e la musica, quella fatta di parole.

Cantanti, cantautori, attori, musicisti e poeti si alternano sul palco.

“È la prima volta, per me”

– mi dice un’emozionatissima signora dal crine argenteo. Le sorrido.

“Quando lo fa, pensi che le sta leggendo a qualcuno

cui vuole bene”

– le sussurro. È bellissima e, quando legge le sue poesie, tutto intorno riecheggia della sua delicata ed elegante presenza.

Chiacchieriamo, tra poeti. Ci diamo consulti.

“Leggi questa, che è bellissima!”

“No, di questa ho vergogna.”

“E di questa, invece, che ne dici?”

Sfogliamo risme di fogli, libri, “pizzini” con su improvvisate parole.

Umberto Di Pietro, un poeta dalle mille sfumature, profondo e sornione, animo delicato e contemplativo, mi propone la lettura delle sue liriche. Mi innamoro di “Albero“, che ha poi recitato sul palco , come gli altri poeti che si sono prestati a leggere un proprio componimento.

Anche io mi sono gioiosamente lanciata nell’impresa, con “Assedio“, una mia lirica disperata, affranta, che ho dedicata a tutti i grandi uomini e le grandi donne che oramai ci parlano dall’altra parte del Tempo, dopo aver compiuto la loro ultima opera d’amore. Vittime di stragi, di esili politici, della mafia e della cattiveria umana, a loro si rivolge la mia carezzevole pe(n)na.

No. Questa non posso dirla ex pulpito, ex cathedra; la devo dire tra le persone, la devo dare alle loro orecchie come fossi uno spirito, un’anima passante e non la bella figurina sotto le luci dei riflettori. Devo quasi annullarmi, per il pubblico, devo essere invisibile. Solo la voce può veicolare questo messaggio remoto.

Come tutte le cose improvvisate – fatte d’istinto, ci sono sempre dei problemi.  Ero quasi riuscita a dare le spalle a tutti gli assisi, solo che non avevo calcolato che allontanandomi il microfono potesse creare contrasto con le casse audio e,  onde evitare la catastrofe, prima che le casse potessero emettere un fischio, con estrema dignità da paguro indietreggio fino a tornare sotto i riflettori, concludendo con gli ultimi versi di “Assedio“.

“Posso avere la tua poesia?” – mi chiede un poeta di cui ho memoria, ma con cui ancora non ho scambiato una sola parola. E’ Vittorio Fabbricatti, partenopeo d’origini, trapiantato a Nova Siri da alcuni anni. “Ecco, in cambio ti do tre delle mie”.

Sembra di essere tornati tra i banchi di  scuola, dove i bambini si scambiano schede telefoniche, ninnoli, figurine.  Io ti do un pezzettino di me e tu mi dai un pezzettino di te. Uno scambio fatto con una tale innocenza che poi ci ha fatti vicendevolmente innamorare.

Scriveva Pasolini, “La vera vittoria è quella che fa battere le mani o quella che fa battere i cuori?

Ecco, io e Vittorio quella sera abbiamo vinto la nostra reciproca amicizia.

Conosco Angela Marino, cantautrice esibitasi sul palco allestito in “Piazza dei Poeti”. Studia musicoterapia, suona e canta – e ha una voce da brivido. Ha presentato, tra le sue canzoni, “Butta via il nero”, brano impegnato che racconta di una donna abusata che ha ripreso in mano la sua vita. È giovane, bella , forte. Mi piace la sua grinta, l’intelligenza che mette nei suoi testi. Ha un progetto musicale, “Angela Marino Live Frequencies”, di cui sono curiosa.

Angela Marino sul palco in "Piazza dei Poeti"
Angela Marino sul palco in “Piazza dei Poeti”

Intanto ci salutiamo, perché è l’ora di smontare. Troppo tardi, però, abbiamo perso l’ultima navetta! Fortunatamente c’è l’addetto al service luci ed audio di quella sera, Pasquale Guerra, che si offre di darci un passaggio. Pasquale è gentile, cordiale, come si sono dimostrate sinora tutte le persone del posto. Mi parla di una radio che gestisce, “Lattemiele Matera, e dei suoi altri progetti artistici. Certo, eh, quante cose belle abbiamo al sud…e quante persone preparate e formate! Si dessero loro più occasioni per vivere bene del loro lavoro e delle loro passioni! Spesso, quando si parla del sud, è come se ci automutilassimo, come se ci trattassimo da disperati, da ghettizzandi, quando poi basterebbe avere un po’ più di fiducia nelle nostre risorse, provare amore anziché paura per il nostro paese d’origine ed ecco che miracoli come “Il Federiciano” diventano possibili. Senza l’amore di qualcuno, come potrei oggi essere io qui, come potremmo essere qui da tutta Italia e anche dall’estero? Ci concediamo un aperitivo notturno a “Il Coccodrillo”, da bravi poeti e poi, sempre da bravi poeti, tutti a nanna.

(…il racconto continua qui )

Maria Pia Dell’Omo

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 Fotografie:

La foto è stata presa dalla pagina Facebook de “Il Federiciano” : “Il Paese della Poesia“.

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